Piadina! La Romagna ha molte ricette :: recipes uniche e originali, ma una delle sue più famose è certamente la piadina, un pane di farina cotto e successivamente farcito con un varietà di ingredienti (solitamente salati). È un pane a forma di disco schiacciato, molto sottile, che una volta farcito viene piegato in due e mangiato con le mani. La versione classica è preparata cone farina, lardo oppure olio di oliva, sale e acqua tiepida; comunque, per l’evento Piada da Chef tenutosi il 24 agosto 2015 a Riccione presso il Kalamaro Piadinaro, a due chef e un maestro del gelato è stato chiesto di creare una versione originale della piadina. La versione da loro firmata, fatta con semplici ingredienti italiani, comparirà nel menu del ristorante Kalamaro Piadinaro.
Prima che l’intervista allo chef e gli assaggi :: tastings iniziassero, un numero di giornalisti e food blogger è stato invitato a imparare come fare la piadina tradizionale. Ragazzi, è stato veramente divertente mettere le mie mani in pasta! Non avevo idea di quanto fosse facile. Nota a me stessa: non comprare più le piadine industriali al supermercato. Non vedo l’ora di poter sperimentare diversi tipi di farina come quella di farro, quella integrale e la quinoa.
Abbiamo anche avuto l’opportunità di visitare Kitchen Ice, una autentica gelateria italiana artigianale. Questo gelato era a.m.a.z.i.n.g (straordinario). Era fatto con ingredienti naturali, senza conservanti :: preservatives. Dovrebbero essere fatti così tutti i gelati, giusto? Sfortunatamente non è così. La base tradizionale del gelato artigianale italiano è fatta con latte e/o panna, zucchero e uova per le versioni cremose. Mentre per i gusti alla frutta si usa acqua, frutta e zucchero. Oggi, in giro trovate la maggior parte delle gelaterie che utilizzano polveri industriali, sciroppi e pesti che sono spesso preparati con conservanti, coloranti e additivi. Non è la stessa cosa.
La serata è continuata con un giro della città di Riccione a bordo di risciò (a pedalata assistita), abbiamo preso un aperitivo al locale Kalamaro Fritto, dove abbiamo anche mangiato anche un altro tipico piatto di mare, il fritto misto, che consiste sostanzialmente in anelli di calamaro fritti, gamberetti fritti e verdure fritte. Per aggiungere un tocco di nuovo a questo piatto tradizionale, è stata aggiunta una spruzzata di aceto balsamico :: balsamic vinegar invecchiato 25 anni, gentilmente offerto dall’acetaia Malpighi. Il piatto è stato perfettamente accompagnato da un ben bilanciato e rinfrescante Cordon Blue Champagne Brut della cantina La Maisone De Venoge. Il momento è stato speciale…e dopo, ancora meglio. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare personalmente le star della serata: lo Chef Davide Oldani, che gestisce D’O, il suo ristorante con una stella Michelin. A seguire anche lo Chef Vincenzo Cammerucci, il proprietario dell’agriturismo Camì e in fine l’esperto gelataio Angelo Grasso.
Ero curiosa di provare le nuove piadine che gli chef hanno creato specificatamente per questo evento. Ognuna di esse era molto differente dalle altre:
Vicenzo Cammerucci: Cracker di piada, ricotta Mambelli, culatello di Zibello, e marmellata di cotogna.
Davide Oldani: Piadina di grano arso, rucola, lardo D’O, fichi fioroni, caprino e aceto di lamponi.
Angelo Grasso: Cassoncino fritto con crema di gelato allo scquacquerone e sorbetto alle pere.
La mia preferita è stata la piadina di grano arso, con una sola eccezione: io avrei preferito una versione più sana senza lardo. Comunque, la piadina al grano arso era estremamente interessante non solo per il suo gusto, ma anche per la sua origine. Michela Iorio, una giornalista dalla Puglia, era seduta di fianco a me e mi ha spiegato la storia dietro questo ingrediente che viene dalle sue terre.
Il grano arso letteralmente significa “grano bruciato”. Secoli fa, le stoppie rimaste nei campi dopo il raccolto del grano venivano bruciate per pulire il terreno. I poveri raccoglievano il grano rimanente e lo macinavano in casa per fare la farina. Oggi, visto che è stato riconosciuto che le particelle bruciate sono cancerogene per l’uomo, il grano arso non è più bruciato, ma bensì tostato. I colore va dal grigio al marrone e il sapore assomiglia alla noce tostata che si combina molto bene con fichi maturi, formaggio di capra e aceto di lampone.
Un grande grazie agli organizzatori di questo evento. È stato veramente divertente assaggiare queste creazioni uniche create dagli chef e, ovviamente, imparare qualcosa di nuovo!