Io e Mr. Italicano abbiamo visitato il Winter Fancy Food 2017 a San Francisco. Questa è una fiera che si tiene due volte all’anno in America e l’edizione principale e quella estiva che si tiene a New York City.
A questa fiera partecipano come espositori le principale per le aziende che operano nel settore del cibo e delle bevande, mentre i visitatori sono generalmente i compratori americani, giornalisti, altri produttori del settore che non hanno la presenza con lo stand.
Ma cosa significa “Fancy Food”? La parola inglese “FANCY” non ha una traduzione letterale in italiano, ma se la colleghiamo al cibo allora significa ELABORATO, STRAVAGANTE, FANTASIOSO. Da qui potrete capire il significato della fiera: i produttori da tutto il mondo propongono al mercato americano i loro prodotti migliori e le loro novità, nella speranza di farsi notare da stampa e dai compratori americani.
La fiera dura 3 giorni, dal 20 al 22 gennaio. Noi siamo stati il 21 e il 22 (il 20 ero impegnata in un cooking show.) Naturalmente avevamo il pass come stampa, e questo ci ha permesso inoltre di partecipare agli eventi mattutini di riepilogo delle giornate precedenti.
In questo articolo vi voglio raccontare, anche tramite le video interviste, quelli che sono a mio parere le novità e le aziende più interessanti che abbiamo scoperto. Un cenno poi anche a cosa mi aspettavo ma non ho trovato.
2017 è a poche ore di distanza; Eppure, lo trovo agrodolce. Da un lato sono totalmente pronta a muoversi nel nuovo anno. Sono pronta ad iniziare a pianificare tutte le cose che voglio migliorare e realizzare. Sono pronta ad andare avanti e dimenticare i fallimenti e le sfide del 2016. La promessa di un nuovo anno mi porta speranza. Mi porta la pace sapendo che posso pulire la lavagna e riavviare. Posso fare le cose meglio. Posso fare di più. Posso essere più.
Ogni anno, come molti di noi fanno, scrivo una lista di obiettivi per il nuovo anno. L’anno scorso ho giurato a me stessa: fare di più yoga, diventare un ascoltatore migliore, trovare la mia nichia, diventare una moglie più riflessiva e finire il mio romanzo. Ho raggiunto questi obiettivi? Non per i miei standard. Così, mentre inizialmente mi ero seduta a scrivere i miei nuovi obiettivi per il 2017, ora sono qui a riflettere su ciò che ha funzionato e non ha funzionato nel 2016. Solo attraverso la riflessione posso veramente capire cosa posso fare per promuovere la crescita. Da notare come non ho detto cambiamento. Non credo che dovremmo “cambiare” noi stessi. Siamo tutti individui unici con così tanto da offrire. Dobbiamo coltivare la nostra voce e la personalità.
Credo che ho una straordinaria opportunità per ricercare la crescita nelle aree nelle quali voglio migliorare. Queste aree di miglioramento sono le più difficili da accettare. Sono brutte, crude e mi fanno sentire nuda al mondo. Sarebbe molto più facile far finta che sono perfetta e ho la mia vita come mi aspetto. Sarebbe molto più facile non essere vulnerabile. Eppure purtroppo, viviamo solo una volta, cosa vogliamo ricordare di più? Voglio ricordare che ho avuto il coraggio di dire la verità. Quindi, qui va: 5 dure verità che ho imparato su di me nel 2016. CONTINUATE A LEGGERE
“Il tempo è la cosa che vogliamo di più, ma quella che usiamo in modo peggiore”
William Penn
“La qualità della vita è più importante della vita stessa”
Alexis Carrel
“ La creazione è il mezzo migliore di auto-espressione; è attraverso la creazione, non il possesso, che la vita si rivela”
Vida D. Scudder
Sono tornata la scorsa settimana da 2 settimane di spettacoli di cucina che ho fatto a New York City con SMEG USA per celebrare il loro 10 ° anniversario negli Stati Uniti. Ho trascorso l’ultima settimana cercando di recuperare dal jet-leg e riflettendo sui commenti che ho ricevuto dalle persone che si sono venute o si sono fermate ad assistere questi spettacoli di cucina.
Quello che ho imparato dai newyorkesi è che il problema generale sulla decisione su cosa fare è il tempo :: time. Naturalmente, questo è un problema universale, le persone che vivono in città raramente, se non mai, cucinano. “Lo farei ma non ho tempo” dicono.
La cucina per me è una parte sacra e fondamentale per condurre uno stile di vita sano. Non solo sto creando, che stimola sentimenti di soddisfazione, ma so esattamente cosa sto mettendo nel mio corpo. Perché qualcuno che vuole condurre uno stile di vita equilibrato e sano dovrebbe sacrificare queste due cose?
Anche se molti abitanti di New York continueranno ad incolpare il tempo, spero di aiutare qualcuno di voi dando il mio parere riguardo il tempo per cucinare. Se si tenta di confrontare un pasto semplice e nutriente che si dovrebbe fare a casa per lo stesso tipo di pasto si dovrebbe trovare, diciamo, in un ristorante biologico vicino a casa vostra, il fattore tempo è quasi la stessa. Non mi credete? Facciamo il calcolo insieme:CONTINUATE A LEGGERE
Il mio articolo, “Pursuing Passions” (Perseguendo le Passioni) è stato pubblicato dalla rivista americana Angelos Magazine. Mi sento onorata per quest’opportunità di condividere la mia storia (e che sorpresa incredibile aver trovato la mia faccia sulla copertina!) #grata
Devo ammettere però che durante alcune miei tentativi falliti mi domandavo se avevo fatto la scelta giusta a perseguire le mie passioni e camminare in un sentiero meno battuto. Agli occhi degli miei amici americani, vivere in italia sembra molto affascinante, ma non è stato sempre facile (e non lo è ancora onestamente). Ho dovuto fare tanti sacrifici come: vivere lontano dalla mia famiglia e i miei amici, imparare una nuova lingua, superare i momenti di solitudine e crearmi una carriera in un nuovo settore. Ho molta strada ancora da percorrere prima di reputarmi “un successo” e molte cose da migliorare ma sono orgogliosa di essere riuscita a perseguire con tenacia i miei sogni e di aver superato gli ostacoli incontrati durante il percorso.
In poche parole, seguire queste mie passioni mi ha spinto di CONTINUATE A LEGGERE
Temo di invecchiare. Non perché i miei capelli diventeranno grigi e la mia faccia avrà tante rughe, ma temo che la mia mente e la mia anima cambieranno. Sono preoccupata di perdere la mia curiosità per la vita e la fame per provare nuove cose. Ho paura di lasciar andare pian piano l’energia, scegliendo sempre di più per una comoda e passiva routine giornaliera.
Al contrario i bambini vivono ogni giorno come se fosse una avventura…è una cosa straordinaria. Dimenticano i loro problemi e le loro preoccupazioni del giorno precedente per esplorare e scoprire le avventure della nuova giornata. Certo, contrariamente ai bambini, noi adulti abbiamo la responsabilità di mantenere noi stessi, la nostra famiglia e anche la comunità. La vita è piena di obblighi, impegni e sacrifici. Sebbene possiamo essere limitati nell’imbarcarci in avventure fisiche, dovremmo ricordarci del significato di questa parola. Preparare una nuova ricetta, imparare una nuova lingua, o parlare davanti ad un gruppo di persone sono esempi di avventure quotidiane. Sono azioni sfidanti, dalle quali impariamo o delle quali possiamo avere paura. Un’avventura è tutto ciò che involve il rischio e un risultato sconosciuto. Quando penso alle mie sfide come se fossero un’avventura, la vita diventa un po’ più interessante e le mie paure e i miei dubbi diventano un po’ meno spaventosi.
Questo sabato sarò a Toma e Tomi a Carpi (Emilia-Romagna) e mi butterò in questa “avventura giornaliera.” Davanti al pubblico parlerò in italiano e cucinerò dei piatti con degustazione e aperitivo finale. Adoro questi tipi di eventi anche se all’inizio sono sempre un po’ nervosa, dubito della mia capacità di esprimermi in un’altra lingua o della mia abilità nel cucinare qualcosa che sarà piaciuto agli altri. Poi provo sempre a combattere queste mie paure e miei dubbi e penso ad una frase che ha detto Helen Keller (una scrittrice ed insegnante americana sordo-cieca fin da piccola):
“O la vita è una avventura da vivere audacemente, oppure è niente.”
Non credo che lei pensasse che dovevi partire da casa per scalare l’Everest o navigare l’oceano feroce in una zattera fatta di bamboo. Credo che lei abbia trovato l’avventura nella sua vita giornaliera semplicemente tendendo viva la sua fame e la sua curiosità di imparare nuove cose e di affrontare le sfide con tantissimo coraggio.
Vi auguro una giornata avventurosa ovunque siate e se siete vicino a Carpi, mi piacerebbe conoscervi di persona all’evento!
Venerdì ho avuto un’ incredibile opportunità di essere ospite al programma “A Conti Fatti” su RAI UNO, con Elisa Isoardi. Mi hanno invitato al programma per parlare del cibo americano per confermare se il cibo americano trovato qui in italia fosse il “vero cibo americano”che mangiamo negli USA.
Il tavolo di esposizione era pieno di hamburger, hot dog, cipolle fritte, patatine fritte, bistecche, patate e salse. Questo è proprio il cibo che si trova qui, in quasi tutti i ristoranti americani in Italia. Agli occhi degli italiani (e probabilmente tanti altri paesi nel mondo), il cibo americano è cibo fast food. L’unico cibo che mangiano gli americano è cibo fritto e malsano.
Che stereotipo orrendo! Certamente ci sono tanti ristoranti fast food in America ma questo paese, composto da 50 stati con quasi 320 milioni di persone, offre una gastronomia espansiva e multietnica che include tantissimi piatti sani fatti con prodotti freschi agricoli e prodotti artigianali di alta qualità, dove spesso viene mescolato il meglio che si raccoglie dalle cucine di tutto il mondo.
Al programma ho portato un’insalata, una zuppa di pomodoro fatta in casa e del salmone con aneto e limone. Questi sono alcuni piatti sani che tanti stranieri non conoscono. Quando ho detto alla presentatrice che il pesce era una parte importante nella nostra dieta, mi ha guardato come se fossi pazza; l’America ha più di 95,000 miglia di costa e nella parte interna ha tantissimi fiumi e laghi con acqua dolce.
Questi sono solo esempi… spero che il mio blog possa contribuire a rompere questo stereotipo di “un’America Fast Food.” C’è molto di più da scoprire.